Sangue nelle urine tipo "LAVATURA DI CARNE "
sangue nelle urine tipo "LAVATURA DI CARNE piu' marcata"
Sangue nelle urine tipo Ematuria FRANCA
Sangue nelle urine vecchio (sangue ossidato scuro)
Ematurie sintomatiche
Da cause renali
Le glomerulonefriti acute possono esordire con una macroematuria, mentre le forme croniche spesso si associano a microematuria. Orientano verso la diagnosi di glomerulopatia la presenza di altri sintomi e segni associati (edemi, ipertensione, oliguria) o di alterazioni dell’esame delle urine (cilindruria, proteinuria). Una storia recente di infezione delle alte vie aeree può orientare verso una glomerulonefrite post-streptococcica.
Pielonefrite acuta (l’ematuria non è un reperto costante; si associano invece invariabilmente febbre elevata con brivido, dolore al fianco ed infezione delle urine).
Malformazioni renali come il rene policistico possono dare macroematuria associata a dolore al fianco, ipertensione arteriosa ed insufficienza renale cronica.
Trauma renale: la macroematuria è un segno che indica la necessità di un attento monitoraggio dei segni di shock e di effettuare indagini ecografìche, urografiche oTC.
Da cause post-renali
Calcolosi pielica, ureterale o vescicale: in tale caso l’ematuria segue spesso un episodio di colica renale o sintomi di irritazione vescicale (qualora il calcolo sia a livello vescicale o della giunzione uretero-vescicale).
Ostruzione cervico prostatica (prostatite, ipertrofia prostatica benigna, tumore della prostata): la presenza di disuria (difficoltà ad urinare), impellenza minzionale, pollachiuria notturna e diurna potranno orientare verso una causa ostruttiva dell’ematuria (l’adenoma prostatico può essere associato a congestione vascolare del collo vescicale e dell’uretra prostatica; l’ematuria da carcinoma prostatico è invece relativamente poco frequente; l’ematuria da prostatite acuta si accompagna frequentemente a febbre elevata).
Cistite: può essere sospettata ragionevolmente in una donna che accusi bru¬ciori minzionali associati all’ematuria. Nell’uomo, in particolare dopo i qua¬rantanni, gli stessi sintomi, specialmente se refrattari alla terapia antibiotica, devono fare avanzare il sospetto di carcinoma vescicale.
Anche se l'episodio di sangue nelle urine è singolo o se si riscontra microematuria in due esami delle urine consecutivi è obbligatorio fare alcuni accertamenti sulle possibili cause.
La prima cosa da fare di fronte ad una sospetta «ematuria» è vedere se la colorazione rossa non sia dovuta al sangue ma alla assunzione di farmaci o alimenti che possono fare assumere alle urine una colorazione rossa (barbabietole, rifampicina, alfa-metil dopa...), ( pseudoematuria). tale diagnosi è facile . Basta fare uno sticks (Immergendo l’apposita striscia in un campione di urina). Un dipstick negativo permette di escludere quasi con certezza la presenza di ematuria. Se invece la reazione è positiva per ematuria, non è possibile discriminare tra la presenza di globuli rossi interi (ematuria) o di emoglobina liberata dalla rottura di questi ultimi (emoglobinuria). Ma almneo ci dice che il rosso è dovuto a sangue vero.
Un esame delle urine che ci consente di osservare direttamente il sedimento. in questo caso si potranno manifestare diverse situazioni. Vediamole:
A) presenza di 1-2 globuli rossi per campo (40 X ingrandimenti ): tale evenienza non richiede ulteriori accertamenti;
B) presenza di più di 3 globuli rossi per campo in due occasioni: in tal caso è indispensabile procedere ad ulteriori indagini sulla base di eventuali altri parametri anomali: la presenza di una significativa proteinuria (> di un grammo di proteine per litro di urina) e/o di cilindri nel sedimento orienta verso un’ematuria renale (glomerulare). È opportuno confermare il sospetto con il test di Farley (studio della morfologia dei globuli rossi), in grado di evidenziare eritrociti deformati come si osserva nelle ematurie glomerulari.
ecografia renale (escludere anomalie morfologiche, un rene policistico...)
dosaggio dell’azotemia e della creatininemia e le clearance renali.
C) Se l’entità della microematuria è < di 10 globuli rossi per campo, e tutti gli altri parametri risultano nella norma, si tratterà di una patologia renale sicuramente non evolutiva, che richiede solo un monitoraggio periodico dei parametri sopraddetti.
D) Microematuria glomerulare > di 10 globuli rossi per campo» associata o meno ad una alterata funzione renale, sarà opportuno procedere a ulteriori accertamenti consultando il nefrologo.
E) La presenza di batteriuria e/o di 3 o più leucociti per campo rende indispensabile le l’esecuzione di una urocoltura. Al termine di un ciclo di terapia antibiotica (che va comunque praticato anche con urocoltura negativa), l’atteggiamento clinico differisce a seconda del sesso del paziente: _ nel maschio si adotterà comunque sempre il protocollo dell'ematuria asintomatica (vedi sotto ); nella femmina, se non vi sarà più traccia di microematuria ad un successivo esame urine, è sufficiente eseguire prudentemente solo un esame citologico delle urine su tre campioni; in caso invece di persistente microematuria si deve procedere anche in questo caso come al punto successivo.
Quindi , se nelle nostre urine avremo:
a) microematuria isolata non glomerulare (eritrociti intatti) in due esami consecutivi delle urine;
b) macroematuria asintomatica (anche un singolo episodio);
c) microematuria associata a bruciori minzionali (anche al primo episodio nel maschio, solo se persistenti dopo antibioticoterapia nella femmina)
dovremo fare i seguenti esami:
esame citologico su tre campioni di urine del mattino raccolte in tre giorni successivi: il riscontro di cellule atipiche, pur non essendo patognomonico di neoplasia uroteliale, ne rafforza il sospetto. Al contrario, la scarsa sensibilità dell’esame non consente tempo per attese ottimistiche in caso di negatività;
ecografia reno-vescicale: è molto sensibile nella diagnosi di tumori renali ed utile nel valutare in prima istanza la presenza di un tumore vescicale esofitico od un calcolo della via escretrice;
urografia endovenosa: è l’unica indagine diagnostica che consenta di escludere con sufficiente sicurezza una neoplasia della pelvi o dell’uretere;
cisto-uretroscopia: consente di escludere la presenza di tumori vescicali piatti o di piccole dimensioni passati inosservati alle precedenti indagini, oppure di angiomi vescicali, di petecchie ricoperte di fibrina, di un collo vescicale facilmente sanguinante per ipertrofia prostatica.
Tac dell’addome superiore ed inferiore consentirà di esaminare ad alta definizione il parenchima renale e la via escretrice;
Studio della coagulazione, l’elettroforesi dell’Hb permettono di escludere una coagulopatia od una anemia drepanocitica;
Arteriografia renale e l’ureteropieloscopia si rendono necessarie soprattutto in presenza di ematuria incoercibile di n.d.d., dovute talvolta ad angiomi renali o a fistole artero-venose.
La persistenza di una ematuria ad eziologia sconosciuta malgrado tutti gli accertamenti effettuati viene definita ematuria idiopatica, da sottoporre a periodici controlli urografici e cistoscopici.
Esami necessari principali
Esame delle urine con studio del sedimento, Urinocoltura, Ecografia apparato urinario
Esami utili secondari
Citologia urinaria su tre prelievi, Esami di funzionalità renale, Azotemie, Creatinemia, Clearence della creatinina
Esami specifici aggiunti
Urografia endovenosa , Tac addome e scavo pelvico con mezzo di contrasto , Cistoscopia, Ureterorenoscopia, Angiografia renale
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