Come si esegue un prelievo venoso ? - Spiega esami

Vai ai contenuti

Come si esegue un prelievo venoso ?

Linee guida Sibioc
  • al mattino a digiuno (almeno 8 ore) per una migliore standardizzazione e per ridurre la variabilità biologica
  • si utilizza generalmente sangue prelevato da una vena dell'avambraccio o, per esami specifci, il sangue arterioso (emogasanalisi) o il sangue capillare (digito-puntura) specialmente nei bambini e neonati
  • accertare l'identità del paziente (braccialetto, tessera sanitaria, lettura ottica, etc.)
  • ove nelle stanze di degenza siano ricoverati più pazienti, il prelevatore entra in stanza con solo le provette destinate ad un paziente e preleva sempre e solo un paziente alla volta (per il personale addetto)
  • preferire le vene centrali dell'avambraccio (cubitale e cefalica); in alternativa, possono essere utilizzate anche la vena basilica e quelle del dorso del braccio
  • posizionare il laccio circa 10 cm al di sopra del sito prescelto, utilizzare una pressione sufficiente a generare  stasi venosa ma non a causare dolore, fastidio o ostacolare la circolazione arteriosa (il polso arterioso deve essere ancora palpabile), non mantenere il laccio in sede per più di un minuto (quando è necessario più tempo per identifcare una vena idonea o terminare il prelievo, il laccio può essere rilasciato e riapplicato)
  • prima di procedere al prelievo, è necessario detergere accuratamente la cute utilizzando preferibilmente un batufolo di ovatta imbevuto di alcool isopropilico al 70% o qualsiasi altro prodotto idoneo allo scopo,
  • procedendo sempre nello stesso verso (onde evitare di rendere vana la detersione), asciugando poi accuratamente la cute con un batufolo di ovatta asciutto (onde evitare contatto tra sangue ed alcool ...)
  • prima dell'esecuzione del prelievo è necessario indossare guanti monouso, evitando contaminazione ematica le provette devono essere etichettate prima del prelievo, mai successivamente preferibilmente mediante sistemi di produzione automatica delle etichette ed etichettatura automatica delle provette
Complicanze di un prelievo venoso
Svenimento o disturbi della sensibilita
Nei pazienti fortemente emotivi o se il prelievo è stato prolomgato ed ha prodotto dolore può presentarsi lo svenimento. Lo svenimento può essere annunciato oppure può essere improvviso. Non c'è da preoccuparsi : basta sdraiarsi , allentare un po i vestiti ed alzare le gambe (posiozione di Trendelemburg)

Nausea - Vomito
Anche la nausea  cosi come il vomito sono sintomi che possono precedere lo svenimento. Per cui se dopo un prelievo di sangue avete nausea ditelo all'operatore. Anche in questo caso ci si sdraia  e si solleva le gambe fino a quando la spiacevole sensazione non è finità.

Convulsioni
La risposta ad uno svenimento in qualche paziente è un pò più drammatica. Compaiono infatti le convulsioni con un importante trisma che preoccupa molto l'operatore che è è accanto al malato. (Il tutto poi si risolve con la risoluzione dello schock).In questi casi essendoci degli scatti (scosse tonico cloniche) si deve proteggere il paziente da spigoli o da altri oggetti con i quali potrebbe farsi male. E' bene se c'è trisma aiutare il paziente a respirare .

Arirtmie, dispnee, infarti, cadute , fratture
Possono capitare anche queste evenienze , ma in tal caso di deve ricorrere alla assitenza medica.

Dettagli sulle provette per il prelievo

  • provette destinate all'emocoltura (tappo giallo o giallo-nero)
  • provette contenenti sodio-citrato destinate ad esami di coagulazione (tappo azzurro)
  • provette di siero senza attivatore della coagulazione (tappo rosso)
  • provette contenenti litio-eparina (tappo verde scuro)
  • provette contenenti EDTA (acido etilendiamminotetracetico) (tappo lavanda)
  • provette contenenti citrato e destrosio (tappo giallo pallido)
  • provette contenenti ossalato e/o fuoruro (tappo grigio chiaro)

esami di laboratorio
  • Torna alla Home page

  • Pagina precedente

  • Pagina successiva
Torna ai contenuti